Non c’è dubbio che la pandemia abbia lasciato segni indelebili a noi e a tutta la società. E se su questa cosa ci sono ancora dubbi, basta leggere questo approfondimento recente sulle modalità di lavoro che si sono determinate per capire come il solco profondo è stato ormai tracciato e indietro non si può tornare. Anche il mondo sanitario tanto nei suoi aspetti negativi quanto in quelli positivi ha mutato radicalmente procedure, cure e figure professionali.
Si può già stilare più o meno un quadro delle figure che opereranno nell’ambito della salute e del percorso salutare, partendo proprio da una delle città meglio attrezzate e organizzate dal punto di vista sanitario in Italia: ovviamente parliamo di Milano. E allora quali saranno da qui a dieci anni le professioni più richieste in questo ambito?
Il massaggiatore professionale: una professione sempre più richiesta
Una delle più gettonate è certamente quella del massaggiatore professionale. Una figura preparata e capace di applicare più tecniche sui pazienti ottenendo ottimi risultati e agendo su varie parti e fasce muscolari del nostro corpo.
Per diventare un massaggiatore potete fare riferimento, se vivete a Milano a questo link: https://www.artecorpo.it/corso-massaggiatori-professionale-milano.php oppure scegliere fra le scuole presenti in tutta la città. È bene ricordare che serve acquisire una manualità fatta di competenze e di una serie di tecniche molto differenti: il massaggio svedese, quello miofasciale, quello olistico-bioenergetico, quello muscolare sportivo e quello riflessogeno.
Quest’ultimo, poi, è un’ancora di salvezza quando abbiamo dei dolori ai piedi, che possono essere sintomo di varie patologie e su cui è sempre bene indagare, perché la riflessologia non può guarire, ma solo alleviare. Questa professione, che si sta sviluppando è a tutti gli effetti ausiliaria delle mansioni sanitarie. E fra queste quali saranno le più ricercate nel prossimo quinquennio?
Biotecnologo ed epidemiologo
Il primo è l’esperto di biologia cellulare e molecolare che applica delle apposite tecnologie sui sistemi di entrambi gli ambiti al fine di migliorare le prestazioni, di creare sostanze farmacologiche e di potenziare le condizioni dell’uomo.
Non solo nell’ambito sanitario, ma anche in quello della nutrizione e dell’industria alimentare, nonché della farmacologia, della bioingegneria e della produzione di vaccini le sue conoscenze sono fondamentali. Il secondo, ormai, è diventata una figura pubblica. La sua funzione è quella di scoprire le cause e gli effetti, nonché le possibili cure delle malattie virali, con l’obiettivo di prevenirle e di indicare le vie più idonee per contrastarle.
Costruttore di parti del corpo ed esperto di genomica
Sembra macabra la prima professione, ma tutt’altro è destinata a svilupparsi sempre più, specie con le possibilità che a breve nella medicina arriveranno dall’Intelligenza Artificiale. In particolare, il suo campo di applicabilità sono le protesi e l’uso della stampante 3D.
Lavora soprattutto nell’ortopedia, ma in futuro per la ricostruzione delle parti umane o delle membra avrà gran seguito. Alla pari degli studiosi della genomica, che continuano ad approfondire i misteriosi segreti del DNA. A partire dai dati raccolti sugli esseri viventi e con l’ausilio della bioinformatica creano mappe genetiche per identificare la nascita delle malattie e le possibili cure.
Il nanomedico e tecnico di laboratorio.
La prima figura possiede alte conoscenze nelle nanotecnologie e le applica a favore dei reparti medici per creare mini-protesi o microimpianti che possono monitorare la salute dei malati. La seconda professione è diffusa ormai da più anni, ma non sembra destinata a scomparire.
Il tecnico è colui che analizza i campioni di laboratorio, li classifica e ne fa analisi biomediche. Sfruttando poi la biotecnologia può, poi diversificarsi in differenti campi di derivazione quali la microbiologia, la biochimica, la virologia, la patologia clinica, la citologia, l’immunologia, la farmatossicologia, l’ematologia e l’istopatologia. Inoltre può svolgere funzioni di controllo sugli strumenti, preparare le macchine idonee agli esami e presentare report ai responsabili di reparto.
Si può concludere che la medicina e le sue derivazioni saranno sicuramente settori, nei quali non ci sarà rischio di perdere le mansioni, ma tutt’altro la domanda sarà anzi superiore all’offerta!