L’evoluzione dell’arredamento componibile rappresenta un fenomeno significativo all’interno della storia del design e dell’interior design. Dalla seconda metà del Novecento, l’arredamento modulare ha segnato un punto di svolta, in risposta ai cambiamenti sociali, culturali ed economici che hanno caratterizzato il ventesimo secolo.
Oltre ad essere una soluzione funzionale, il design componibile si è affermato come espressione di versatilità, adattabilità e personalizzazione, concetti chiave per comprendere l’evoluzione delle abitazioni moderne.
L’arredamento componibile risponde a una serie di trasformazioni sociali avvenute nel mondo occidentale durante il ventesimo secolo, come l’urbanizzazione e la riduzione degli spazi abitativi. Infatti, con l’espansione delle città e la costruzione di appartamenti sempre più piccoli, era necessario trovare soluzioni che permettessero di ottimizzare lo spazio a disposizione, con mobili pratici, funzionali e a prezzi accessibili.
L’origine del concetto di arredamento componibile è da ricondurre al movimento modernista, un fenomeno che ha avuto come principale promotore il Bauhaus, la celebre scuola di design tedesca fondata nel 1919. Tra i principi fondanti del Bauhaus vi era l’idea che l’arte e il design dovessero essere accessibili a tutti, superando la distinzione tra arte “alta” e design funzionale. I designer del Bauhaus, come Walter Gropius e Marcel Breuer, svilupparono mobili modulari che si potessero assemblare, smontare e riassemblare secondo le esigenze dell’utente, introducendo un’idea di flessibilità e razionalità nell’arredamento domestico.
Il boom del dopoguerra e un design sempre più democratico
Negli anni ’50 e ’60 l’arredamento componibile comincia ad essere più accessibile e popolare. La crescente domanda di abitazioni economiche, dovuta all’aumento della popolazione urbana e all’esplosione demografica, favorirono lo sviluppo di abitazioni standardizzate, arredate con mobili pratici e poco ingombranti.
Aziende come IKEA, fondata nel 1943 in Svezia, hanno rivoluzionato l’industria del mobile grazie all’introduzione di mobili componibili economici e facili da montare.
Negli stessi anni, il design italiano contribuì in maniera determinante allo sviluppo dell’arredamento componibile, con progetti iconici come quelli di Joe Colombo, noto per il suo “Sistema 64”, un sistema modulare che permetteva di creare diverse combinazioni di arredo utilizzando pochi elementi di base. Questi mobili erano concepiti per rispondere a un’idea di casa flessibile e adattabile ai cambiamenti delle esigenze familiari.
Gli anni ’70 e ’80: modularità e design di massa
Gli anni ’70 e ’80 vedono una vera e propria esplosione della modularità nel design d’interni. Le nuove tecnologie di produzione consentono la creazione di mobili sempre più in grado di adattarsi a diverse configurazioni e stili.
La modularità entra a far parte della cultura di massa come sinonimo di praticità e stile contemporaneo e le aziende di arredamento iniziano a proporre soluzioni modulari per ogni ambiente della casa, dalla zona giorno alla cucina, consentendo al consumatore di combinare e riorganizzare gli spazi secondo le proprie necessità.
È in questo momento che la plastica, essendo leggera, economica e facile da modellare, ovvero perfetta per un design flessibile e adattabile, si afferma come materiale predominante per la produzione di mobili componibili.
Designer come Verner Panton hanno esplorato le possibilità offerte da questo materiale per creare forme innovative e funzionali, dando vita a pezzi d’arredo iconici come la sedia Panton.
La rivoluzione digitale e l’arredamento del nuovo millennio
Con l’avvento del nuovo millennio, l’arredamento componibile si è evoluto ulteriormente, influenzato dalle innovazioni digitali e dai cambiamenti nelle abitudini di consumo.
Il crescente utilizzo di strumenti di progettazione digitale ha permesso ai designer di sperimentare nuove forme e materiali, creando soluzioni modulari ancor più personalizzabili.
Inoltre, il design componibile del XXI secolo ha posto una forte enfasi sulla sostenibilità. Il crescente interesse per l’ecologia ha portato molte aziende a sviluppare mobili modulari realizzati con materiali riciclabili o provenienti da fonti sostenibili.
In tale contesto, il concetto di modularità non riguarda più solo l’adattabilità dello spazio ma anche la durata del prodotto. Un mobile componibile può adattarsi alle esigenze dell’utente, assecondando i cambiamenti della vita quotidiana e garantendo una maggiore longevità.
L’arredamento componibile per le cucine, tra funzionalità e personalizzazione
Le cucine componibili meritano una menzione a parte nell’evoluzione dell’arredamento modulare, poiché rappresentano uno degli esempi più riusciti di questo concetto applicato al quotidiano.
La cucina è sempre stata il cuore della casa, e, grazie alla modularità, negli ultimi decenni ha subito una trasformazione radicale.
Così come gli altri ambienti, anche le cucine componibili nascono dall’esigenza di ottimizzarne lo spazio, renderle più funzionali e in grado di adattarsi a diverse configurazioni.
A partire dagli anni ’60, aziende come Snaidero e Scavolini hanno iniziato a sviluppare cucine componibili che permettessero ai consumatori di poter scegliere tra diversi moduli e accessori. Inoltre, questi sistemi offrivano flessibilità di configurazione e di estetica, attraverso una vasta scelta di materiali, colori e finiture.
Oggi, le cucine componibili sono diventate la norma, per merito della loro capacità di adattarsi a spazi grandi o piccoli, a gusti tradizionali o moderni, e di evolversi nel tempo. La loro modularità non riguarda solo gli armadi e i ripiani, ma anche gli elettrodomestici per la cucina, qui puoi avere una guida sulla loro scelta.
Tuttavia, affinché una cucina possa davvero dimostrarsi versatile e durare a lungo, è opportuno che venga progettata con attenzione e lungimiranza. Perciò, è bene affidarsi a rivenditori di comprovata esperienza, che sappiano progettare con la massima scrupolosità ogni dettaglio e valorizzare lo spazio sia dal punto di vista estetico che pratico.
Ne abbiamo un esempio in Habita Design Casa, un negozio di Bologna che si occupa di arredamento e progettazione cucine su misura, che garantisce ai propri clienti un servizio di completa personalizzazione in base alle loro specifiche esigenze.
Come sarà il futuro dell’arredamento componibile?
L’evoluzione dell’arredamento componibile, con particolare attenzione alle cucine, testimonia come il design moderno sia in costante dialogo con le necessità pratiche della vita quotidiana, e proponga idee sempre più flessibili, economiche e sostenibili.
Guardando al futuro, sembra che l’arredamento componibile sia destinato a combinarsi con una tecnologia ogni giorno più avanzata; la crescente diffusione dell’Internet delle cose (IoT) sta trasformando il modo in cui interagiamo anche con lo spazio domestico.
Probabilmente, i mobili di domani saranno dotati di sensori e dispositivi connessi, capaci di adattarsi in automatico alle esigenze dell’utente, per esempio regolando l’illuminazione o la temperatura.
Anche il concetto di spazio abitativo sta cambiando, con una crescente attenzione verso gli ambienti multifunzionali e temporanei, con mobili capaci di trasformarsi e riconfigurarsi a seconda delle necessità. Uno scenario che sembra favorire ulteriormente lo sviluppo di soluzioni componibili e flessibili.