Coltivare un terreno è un’attività antica e nobile. Sia che la coltivazione venga fatta per autoconsumo o ai fini commerciali, mettere a frutto un terreno permette di ottenere un prodotto genuino, evitare l’utilizzo di agenti chimici inutili e avere la soddisfazione di provvedere da soli al proprio sostentamento.
Prima di cominciare a pensare cosa coltivare sul proprio terreno, è importante effettuare una valutazione accurata su qualità e tipo di terreno che abbiamo davanti: non tutti i terreni sono coltivabili allo stesso modo e in base alle peculiarità cambiano i metodi di coltivazione e le piante da coltivare, per ottenere un risultato perfetto.
I tipi di terreno sono molti, in questo articolo ci concentreremo su quello argilloso, come riconoscerlo, cosa è meglio coltivare e offriremo qualche utile consiglio su come sfruttarlo al meglio.
Come riconoscere il tipo di terreno? Le caratteristiche dei terreni argillosi
Il terreno argilloso, tra tutti, è quello più riconoscibile, in quanto si presenta alla vista asciutto e molto duro, spesso con presenza di crepe in superficie. Da bagnato li terreno argilloso non permette facilmente il passaggio dell’acqua e si trasforma in un pantano di fango che lascia tracce su scarpe e attrezzi da giardinaggio.
Il suolo argilloso contiene fino al 50% di argilla: anche conosciuta come creta, è un composto di minerali classificati come silicati. L’argilla è comunemente usata nel settore manifatturiero per produrre utensili ad uso domestico.
Il terreno argilloso è tra i più ostici da coltivare, in quanto l’acqua fatica a penetrare nei suoi strati più profondi, tendendo a scorrere via in superficie, accumulandosi senza permettere il passaggio dell’aria.
In primavera, il suolo argilloso si riscalda molto lentamente, è difficile da lavorare senza macchinari da giardinaggio e le piante più deboli faticano a crescere sane e fruttuose.
Ma non ci sono solo lati negativi: la ricca presenza di minerali del terreno, se correttamente lavorato e con le giuste piante, lo rende uno dei più fertili, specialmente durante l’estate, ed è meno affetto dalla presenza di animali infestanti, data la sua durezza.
Per renderlo ancora più fertile, se si possiede una stufa a pellet in casa, la cenere generata dalla stufa può essere utilizzata come concime naturale del terreno argilloso o melmoso, per favorire la penetrazione dei nutrienti e dell’aria sotto la parte superficiale del terreno.
Quali piante coltivare in terreno argilloso
Sebbene un suolo argilloso possa essere un ostacolo per le piante più fragili, un’attenta scelta su cosa piantare, invece, con i dovuti accorgimenti può trasformare quello che sembra un terreno ostico in un bacino fertilissimo, dove ospitare molte piante.
Il terreno argilloso è molto compatto e spesso può impedire la propagazione delle radici, ma alcune piante sono sufficientemente forti da crescere bene anche in queste condizioni:
– la barbabietola cresce bene in quasi tutte le condizioni di terreno. Pur essendo un ortaggio composto da una radice, è dotato di molte radichette secondarie, grazie alle quali si approvvigiona più agevolmente dei nutrienti anche in suoli argillosi;
– le fave forse sono le piante che più amano il terreno argilloso, dato che necessitano di molta umidità. Coltivare fave in un terreno argilloso premete di risparmiare molto sull’acqua, non dovendo innaffiare costantemente la pianta;
– le erbacee perenni non necessitano di particolari terreni e crescono rigogliose sul suolo argilloso. Alcune più comuni sono acanto, briza media, papavero e achillea;
– la cicoria è una pianta a foglia che può crescere agevolmente anche in terreno argilloso, a patto che l’argilla al suo interno non sia eccessivamente concentrata, permettendo un drenaggio medio del suolo;
– gli alberi, con le loro radici solide, non temono alcun tipo di terreno argilloso. Quelli che si ambientano meglio sono l’acero (montano o riccio), il biancospino, il ciliegio ornamentale, il nocciolo, l’ontano, il salice e il tiglio;
– il lupino, nella varietà ‘andino’, vanta un’ottima resistenza, con radici a fittoni che riescono a penetrare in tutti i tipi di terreno. La pianta inoltre è anche benefica per il suolo stesso, fornendogli fosfati e azoto, migliorandone la qualità;
– alcuni arbusti trovano sede senza problemi anche in un terreno argilloso, particolarmente adatti per chi coltiva a scopo decorativo. I più comuni sono alloro, corniolo, filadelfo, glicine, lavanda, lillà, sanguinello e rosa canina;
– per un terreno argilloso particolarmente forte, con zone ricche di pantani in superficie, una soluzione pratica possono essere le piante acquatiche, come il botomus umbrellatus, il cyperus papirus, le hemerocallis o la primula. Tutte queste piante necessitano di zone ricche d’acqua, laghetti o pozzanghere.
Come migliorare un terreno argilloso
Per occuparsi e migliorare un terreno argilloso, come abbiamo visto, è richiesta una buona pianificazione, pazienza e qualche sforzo in più rispetto ad altri tipi di terreno.
Ci sono alcune azioni quotidiane o periodiche che possiamo fare per avere cura del nostro terreno senza ulteriore fatica, ottenendo un doppio beneficio:
– delimitare bene le aree di coltivazione da quelle di passaggio, per concentrare i lavori dove serve e non disperdere risorse inutilmente;
– pianificare in anticipo quanto spazio realmente occorre per piantare ciò che vogliamo.
– evitare di camminare sulle zone da coltivare, per non ricompattare il terreno, creare piuttosto zone leggermente rialzate, dedicate a ospitare le piante, e vialetti laterali destinati al passaggio delle persone. Le zolle rialzate non verranno calpestate, e i solchi laterali permetteranno il drenaggio dell’acqua accumulata in eccesso sotto le piante, quando piove;
– quando si effettua una semina, in presenza delle tipiche crepe del terreno argilloso, zapparle spesso per romperle, eliminando anche l’erba: il tridente costituisce un valido alleato allo scopo;
– se non si ha tempo per zappare spesso, si può praticare una pacciamatura (organica, costituita da erba secca o paglia o artificiale, con appositi teli da pacciamatura).
Se l’orto è già esistente, riorganizzare le piante, trapiantandole, in modo da dare ombra e sole all’occorrenza, e permettere il drenaggio in maniera funzionale.
In caso si abbia un terreno solo leggermente argilloso (con argilla sotto al 20%), per migliorarlo sarà sufficiente addizionare sabbia di fiume per aumentare l’ariosità. Per terreni molto ricchi di argilla, compatti e quasi impermeabili, potrebbe essere necessario l’inserimento di tubi drenanti posti in profondità.
Apportare al suolo argilloso sostanza organica in maniera costante, da una a quattro volte all’anno in base al terreno, permette un miglioramento fisico tangibile, grazie a questo materiale che si decompone lentamente nel terreno, fornendo nutrimento costante.
Una cura attenta per i primi tre anni, permette di migliorare significativamente il terreno argilloso, anche nei casi più complessi. Per non disperare o scoraggiarsi, basterà una buona pianificazione del lavoro da fare.
Coltivare un terreno argilloso: consigli utili
Il terreno argilloso può rappresentare una sfida per i coltivatori, ma con i giusti trattamenti e tecniche può regalare molte soddisfazioni.
Il suolo argilloso deve essere lavorato in profondità, per contrastare la sua tendenza a ricompattarsi e non areare gli strati più profondi. Se il lavoro viene effettuato per la prima volta, sistemarlo sarà più complicato, ma non impossibile.
Utilizzare una vanga, una moto-zappa o un trattore per miscelare gli strati superficiali con i più profondi, aggiungendo compost o letame maturo, in quantità di circa 4kg per metro quadro.
Per sfruttare una tecnica più naturale, il terreno argilloso può essere coltivato con legumi, come è uso fare fin dall’antichità, i quali contengono molte sostanze nutritive e vitamine, molto importanti per il nostro organismo. Così come facevano i nostri avi, è possibile dividere il terreno in zone, dove a rotazione, ogni anno piantiamo le leguminose, che crescono bene nei terreni argillosi, li arricchiscono permettendoci di risparmiare.
Il livello di acidità di un terreno è una caratteristica molto importante da tenere d’occhio. Valori di ph compresi tra 1 e 5 indicano un terreno acido, mentre quelli tra 7 e 14 un terreno basico. Gran parte delle piante cresce bene in terreni lievemente acidi, che si aggirano in un valore tra 5 e 6,5. Per correggere l’acidità si possono praticare degli aggiustamenti con torba o terreni basici o acidi in base alle esigenze. L’operazione andrà effettuata almeno una volta all’anno, in quanto il terreno tende a tornare allo stato originario.
Coltivare senz’acqua è una tecnica che ben si sposa con il terreno argilloso. Se questo terreno è presente in una zona con scarsità d’acqua, dove non è facile approvvigionarsene, ci sono tecniche per coltivare senza quasi alcun apporto. Le tecniche da applicare vertono sulla necessità di evitare il più possibile l’evaporazione della poca acqua presente piantando arbusti e alberi da frutto, che creano ombra e proteggendo il più possibile la zona dal vento. La pacciamatura artificiale, con appositi teli, è un altro metodo ottimale.